Dr.ssa Maria Carmela Pisu Med. Vet., Diplomata ECAR, EBVS ® – European Veterinary Specialist in Animal Reproduction Dr Gianluca Martini Med. Vet.,Specialista in Fisiopatologia della Riproduzione degli animali domestici – ECAR Resident, GPCert (SAR) – Nutrapet.vet

Nel webinar che vi ricordiamo troverete degli spunti di valorizzazione della branca riproduttiva che in Medicina Veterinaria può essere un’opportunità quotidiana, anche nei piccoli animali, al di là di sterilizzazioni e castrazioni. I due relatori portano casi pratici, al femminile e al maschile, che permettono un ripasso dei corretti fattori eziopatogenetici, diagnostici e terapeutici, mettendo a disposizione tutte le conoscenze da specialisti, ma affrontando i casi come un medico veterinario può ipotizzare di intervenire da non specialista, per ottimizzare le performance riproduttive dei propri soggetti, per diagnosticare e trattare le condizioni di ipofertilià, sia del maschio che della femmina.

Troverete il webinar completo seguendo il link:

 

Edyta Golińska, Natalia Sowińska, Anna Tomusiak-Plebanek, Marlena Szydło, Natalia Witka, Joanna Lenarczyk and Magdalena Strus

Le malattie infiammatorie del tratto riproduttivo nelle cagne sono un problema comune nella pratica veterinaria. L’infiammazione può portare a seri problemi di salute. Da anni sono in corso ricerche per determinare la correlazione tra stato di salute delle femmine, fase del ciclo, età e flora batterica delle vie genitali, ma i risultati ottenuti dai singoli autori sono spesso contraddittori.

Lo studio che vi proponiamo ha identificato i batteri più comuni nel tratto genitale delle cagne. Il numero totale di batteri era quasi lo stesso nei cani sani e infetti, così come tra le fasi del ciclo. Gli autori concludono che la coltura batterica di campioni di tampone vaginale di cagne senza segni di malattia genitale abbia poco valore e dovrebbe sempre essere preceduta da esame clinico ed esame citologico dell’epitelio vaginale.

Scopri come sono arrivati a questa conclusione seguendo il link:

 

Di Silvano Marini; Nutrapet.Vet, Dic. 2022

La tendenza sempre più diffusa, tra la popolazione in generale, a orientarsi verso diete ritenute più naturali, determina l’aumento dei proprietari di cani che ricercano alimenti alternativi per il proprio animale da compagnia e diversi dal cibo secco estruso di produzione industriale.

Pertanto, trovano crescente impiego gli alimenti integrali cotti. Nell’uomo gli alimenti integrali contrastano l’infiammazione e rafforzano la risposta immunitaria, riducendo il rischio di malattia.

Tuttavia, nel cane non è ancora stata approfondita l’ipotesi che il cibo integrale cotto possa rappresentare un vantaggio in termini di salute rispetto alla classica dieta estrusa secca di origine industriale. Su Frontiers In Veterinary Science uno studio attesta i benefici del cibo integrale cotto sul profilo infiammatorio dell’animale e sulla risposta innata alle infezioni.

Per approfondire, clicca qui:

 

Amy E. DeClue DVM, MS, Sandra Axiak-Bechtel DVM , Cynthia Friedman Cowan DVM, Yan Zhang PhD , Juliana Amorim DVM, Rachel Halpin DVM, Gabrielle N. Melillo BS, Catherine Hagan DVM, PhD. Companion Animal Medicine, June 2020

La rapida attivazione dell’asse surrene – ipotalamo – ipofisi e del sistema nervoso simpatico sono segni distintivi della risposta acuta allo stress e interagiscono con il sistema immunitario attraverso i recettori glucocorticoidi e adrenergici sulle cellule immunitarie.
Esistono informazioni limitate sull’effetto di queste risposte fisiologiche sui parametri immunologici dei cani da compagnia arruolati negli studi clinici. L’obiettivo di questo studio era valutare come il viaggio, la strumentazione e il ricovero alterano i parametri immunologici nei cani da compagnia.
Ovviamente, lo studio risulta molto interessante anche per la valutazione delle normali visite dal veterinario.

Il sangue è stato prelevato da cani sani in ambiente domestico e da cani sani al momento della presentazione in ospedale e dopo strumentazione e 24 ore di ricovero. L’espressione di neutrofili e monociti MHCII è aumentata dopo il trasporto all’ospedale veterinario, ma poi è diventata simile a quella dei cani di controllo alla fine del ricovero. La funzione di citotossicità delle cellule mononucleate del sangue periferico è stata attenuata nei cani esposti allo stress del trasporto e al ricovero. L’apoptosi dei neutrofili era maggiore nei cani esposti allo stress rispetto ai controlli, sebbene questo effetto diminuisse significativamente dopo lo stress da ricovero. Al contrario, lo stress non ha alterato la produzione di citochine indotta o spontanea da leucociti, espressione di neutrofili o monociti di TLR4,
Quando si interpretano gli studi immunologici nei cani da compagnia, è necessario considerare soprattutto lo stress da trasporto e, successivamente quello da ricovero. Da ciò possiamo trarre un facile parallelismo con la routine quotidiana dei nostri pazienti nelle cliniche.