Direzione Scientifica di NBF Lanes con la collaborazionedel Prof. Sebastiano BANNI dell’Università di Cagliari.

CHE COS’E’ IL CLA

L’Acido Linoleico Coniugato (CLA) è un Acido Grasso a lunga catena
L’Acido Linoleico Coniugato (CLA) è un Acido Grasso a lunga catena formato da una miscela di diversi isomeri; sono state individuate due forme particolarmente attive: cis- 9, trans-11 e trans-10, cis-12. Il CLA è presente in natura nei derivati del latte e nella carne di ruminanti.

Elevato numero di esperimenti per attività biologiche
La grande attenzione rivolta all’Acido Linoleico Coniugato (CLA) è dovuta al numero elevato di esperimenti che hanno messo in evidenza diverse ed importanti attività biologiche di questo Acido Grasso a lunga catena come:
Modulazione del metabolismo lipidico
Attività anticancerogena
Modulazione del sistema immunitario

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Negli anni ’50 Hugh Sinclair ipotizzava che molte patologie croniche, in particolare quelle presenti nelle civiltà occidentali (cardiovascolari, infiammatorie e neoplastiche), fossero da correlare ad una carenza relativa in acidi grassi essenziali.
L’ipotesi di Sinclair si è dimostrata fondamentalmente corretta
Nelle ultime due decadi gli acidi grassi essenziali (EFA), per la loro importanza in svariate funzioni dell’organismo, sono stati oggetto di grande attenzione sia da parte di medici, ricercatori, sia del grande pubblico.
In realtà l’uso degli EFA in medicina risale agli anni ’30, quando furono impiegati per la prima volta nel trattamento dell’eczema atopico infantile (1).
Nonostante il loro uso fosse promettente, furono rapidamente ignorati con l’avvento dei corticosteroidi per uso topico.
Negli anni ’50 Hugh Sinclair (2) ipotizzava che molte patologie croniche, in particolare quelle presenti nelle civiltà occidentali (cardiovascolari, infiammatorie e neoplastiche), fossero da correlare ad una carenza relativa in acidi grassi essenziali.
Sinclair suggeriva che le popolazioni agiate occidentali, alimentandosi con diete ad alto tenore in acidi grassi polinsaturi non EFA, andassero incontro ad una diminuzione nella composizione in EFA del loro organismo tale da impedire le funzioni strutturali e fisiologiche correlate a questi acidi grassi.L’ipotesi di Sinclair, allora considerata ridicola e priva di fondamento, alla luce di ricerche successive si è dimostrata fondamentalmente corretta (3,4).

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La leishmaniosi è fondamentalmente caratterizzata dall’anomala risposta all’antigene per un alterato funzionamento del sistema immunitario.
Sembra perciò logico ritenere che l’impiego di sostanze ad attività immunostimolante, da sole o associate a farmaci tradizionali, possa condizionare in modo favorevole l’esito della terapia.
I risultati mostrano che entrambi i tipi di Leishmaniae sono sensibili allo zinco solfato.

Cenni sul ciclo biologico di Leishmania 
 L’infezione si trasmette tramite la puntura di un flebotomo infetto.
I promastigoti (elementi flagellati, extracellulari) presenti nella saliva dell’insetto, penetrano attraverso la cute, si legano ai macrofagi della cute e si diffondono nel sistema reticolo-endoteliale di tutto l’organismo.
Sulla superficie del promastigote esistono due molecole che hanno un ruolo preminente nell’aggancio parassita-cellula fagocitaria: una glicoproteina (gp63) ed un lipofosfoglicano.
Essi attivano la via alterna del complemento.
La maggior parte dei parassiti sono distrutti dalle difese aspecifiche dell’organismo, alcuni sono rapidamente fagocitati dai macrofagi, nei quali si trasformano in amasticoti (elementi aflagellati, intracellulari), che iniziano a moltiplicarsi nei vacuoli intracellulari. Gli amastigoti sono forme ovalari di 2-4 micron di diametro.
I lisosomi dei macrofagi liberano gli enzimi idrolasici per digerire il parassita, ma la Leishmania offre una certa resistenza alla loro azione.
Nella leishmaniosi viscerale le cellule colpite vanno presto incontro a morte e rilasciano gli amastigoti che sono a loro volta fagocitati da altri macrofagi: questo ciclo si ripete più volte finchè tutti gli organi che contengono macrofagi sono largamente infettati di Leishmaniae (milza, fegato, midollo osseo, linfonodi).
Quando un soggetto infettato viene punto da un altro flebotomo non ancora infetto, l’infezione viene trasmessa nel momento in cui esso aspira il sangue, attraverso i macrofagi circolanti ripieni di amastigoti.
Nello stomaco del pappatacio gli amastigoti vengono liberati in poche ore e nell’intestino si trasformano in promastigoti, forma flagellata lunga 10-15 micron e larga 1,5-3,5 micron: il flagello misura 15-28 micron.
Dopo molte divisioni binarie essi migrano nella faringe e nella cavità buccale del pappatacio, pronti ad essere immessi in un nuovo ospite.
La durata del ciclo nella zanzara dura dieci giorni.

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