Andrea Balboni, Giovanni Franzo, Luca Bano, Stefano De Arcangeli, Alessia Rizzardi, Lorenza Urbani, Sofia Segatore, Federica Serafini, Francesco Dondi and Mara Battilani

doi.org/10.3389/fvets.2020.00438; August 2020

 

Vi presentiamo un articolo italiano, che apparentemente pare in contrasto con le ultime evidenze del microbioma delle vie urinarie: invece rappresenta un caposaldo opportuno per fare chiarezza sull’argomento.

Un numero crescente di studi suggerisce che il tratto urinario inferiore di esseri umani e gatti può ospitare un microbiota urinario. Tuttavia, si è sviluppata preoccupazione per il microbiota segnalato, che potrebbe essere dovuto a una contaminazione non contabilizzata, specialmente nei campioni a bassa biomassa. Infatti un nuovo studio ha avuto lo scopo d’indagare la comunità batterica che popola l’urina di gatti sani, utilizzando due approcci: un approccio coltura-dipendente che consisteva nelle tecniche di coltura quantitativa espansa dell’urina (EQUC) in grado di identificare i batteri vivi che non crescono nelle colture di urina standard, e un approccio indipendente dalla coltura che consisteva nel sequenziamento di nuova generazione dell’RNA ribosomiale 16S (16S rRNA NGS) in grado di identificare il DNA batterico ed esplorare la diversità microbica con alta risoluzione. Per evitare fattori confondenti di possibile contaminazione batterica, l’urina è stata campionata mediante cistocentesi ecoguidata e sono stati analizzati diversi controlli campione e controlli negativi. L’urina prelevata dai 10 gatti inclusi nello studio non ha mostrato crescita batterica nella procedura EQUC. Sebbene diverse letture siano state originate con successo utilizzando 16S rRNA NGS, è stato osservato un modello comparabile tra i campioni di urina e il controllo negativo e nessun taxa è stato statisticamente accettato come non contaminante. Nel complesso, i risultati ottenuti hanno permesso di affermare che nessun batterio vitale era presente nelle urine di gatti sani senza malattie del tratto urinario inferiore e infezioni del tratto urinario e che il DNA batterico rilevato era di origine contaminante.