Il prurito nel cane e nel gatto è un sintomo molto frequente e fastidioso la cui origine talvolta non è sempre facile da individuare in tempi brevi; nei casi più seri, il prurito può essere così intenso, che l’animale, grattandosi di continuo, arrivare a procurarsi lesioni cutanee anche serie, senza considerare il peggioramento della sua qualità di vita.
La percezione del prurito avviene quando si supera la definita “soglia del prurito”, che ha livelli differenti e pertanto soggettivi in ogni paziente animale e dipende da molti fattori. È interessante osservare che nello stesso individuo la soglia del prurito, in relazione ai diversi fattori endogeni (per esempio il livello di idratazione cutanea, la temperatura, lo stress ecc.) o per la presenza di agenti esogeni sensibilizzanti o allergizzanti, siano essi di natura ambientale o alimentare, può variare sensibilmente il proprio livello di percezione.
La classificazione eziologica del prurito proposta nel 2007 dai componenti dell’IFSI (lnternational Forum for the Study of ltch), adattata al cane, prevede la suddivisione del prurito in:
- Dermatologico: Malattie cutanee: ectoparassiti (pulci, etc.), allergie, dermatite atopica, infezioni (malassezia, etc.), neoplasie.
- Sistemico: Malattie di organi diversi dalla cute: nessuna riconosciuta nel cane.
- Neurologica: Malattie o disordini del sitema nervoso centrale o periferico.
- Psicogena: Dermatite da leccamento, Tail chasing, etc.
- Mista: Sovrapposizione e coesistenza di più malattie: dermatite atopica con follicolite, etc.
- Per intervenire efficacemente contro il prurito è opportuno identificarne le cause per ricondurre i comportamenti del paziente animale alla normalità e migliorare la qualità della sua vita.
L’approccio terapeutico complessivo potrà prevedere la combinazione di modalità farmacologiche e nutrizionali. La prima prevede l’utilizzo di farmaci dermatologici, neurologici, psicogeni/psicosomatici. La seconda integra la dieta abituale, ad esempio, con gli acidi grassi omega 6 e omega 3,essenziali per l’integrità della cute, preservanti la funzione di barriera, la riduzione della perdita idrica transepidermica (TEWL) e favorenti una maggiore produzione di molecole antinfiammatorie. Inoltre recenti studi hanno segnalato l’importanza del sistema endocannabinoide cutaneo “C(ut)annabinoid”, profondamente coinvolto nel mantenimento dell’omeostasi cutanea, nella funzione di barriera e di rigenerazione soprattutto in presenza di prurito. Altrettanto importante è l’incremento della concentrazione sierica di Vitamina D strettamente correlata alla riduzione di prurito in soggetti affetti, ad esempio, da dermatite atopica.