Spettacolo per i Proprietari e paura per i Pet

Una consuetudine estiva, soprattutto italiana, sono le Feste Patronali o altre Ricorrenze che spesso vengono accompagnate dai fuochi d’artificio: un’usanza sicuramente spettacolare da vedere quanto spaventosa per i cani. Ogni proprietario che ha provato questa esperienza non può dimenticarlo.

Lo scoppio e la paura:

Una paura dovuta principalmente al rumore dello scoppio dei fuochi d’artificio, che i cani percepiscono in modo molto più forte rispetto a noi, grazie ad un udito più raffinato e sensibile anche a suoni che le nostre orecchie non riescono a sentire.
Se il cane cominciasse a tremare, scappare e tentare di nascondersi, oppure manifestasse altri chiari sintomi di disagio, già i proprietari potrebbero fare molto per evitare che la sua comprensibile paura si trasformi in uno stato di panico.

Alcuni consigli di buon senso da offrire ai proprietari per aiutare il sensibile amico a quattro zampe a superare la paura sono:

  • rimanere con lui e cercare di distrarlo tenendolo impegnato con il gioco o con qualche altra attività piacevole;
  • evitare le passeggiate nelle fatidiche ore intorno alla mezzanotte e non lasciarlo uscire fuori in terrazza, sul balcone o in cortile;
  • minimizzare il rumore dei fuochi d’artificio accendendo la radio o la tv e chiudendo bene porte e finestre (abbassando le tapparelle o chiudendo le persiane);
  • lasciare che si nasconda dove preferisce e ignorarlo il più possibile: non sgridarlo, non chiamarlo, non consolarlo e non cercare di farlo uscire dal suo rifugio;
  • Solo quando si tranquillizza ed esce allo scoperto è il momento di lodarlo e accarezzarlo per premiarlo del suo comportamento. Prima che si rilassi, però, ogni carezza servirà solo a confermare la sua paura, quindi meglio evitare ogni interazione mentre è ancora spaventato.

Questi rimangono però soltanto dei consigli di buon senso, nel caso il problema fosse più grave potrebbe essere utile ricorrere ad un Veterinario comportamentista o ad una terapia farmacologica. Qui sorge una domanda, nel caso il problema si presentasse solo in determinate occasioni circoscritte, il Veterinario deve ricorrere direttamente ad una terapia farmacologica secondo protocolli od incominciare ad affrontare il problema con un trattamento sintomatico attraverso un mangime complementare?

Federico Scorza
Medico Veterinario

Viaggio in auto: ulteriore stress?

Per un cane o un gatto, allontanarsi dalla sua zona di comfort è sempre uno stress: partenza, viaggio e adattamento alla nuova location temporanea rappresentano un evento insolito che si inserisce inaspettato nella sua routine quotidiana.

Per il nuovo alloggio è possibile raccomandare ai proprietari qualche semplice accorgimento per far sentire il proprio Pet a suo agio: “portate con voi qualcosa che gli ricordi il suo ambiente come la cuccia, i giocattoli, le ciotole, coperte, ecc.”

Purtroppo, il viaggio in auto è invece più complesso da gestire: la sua tranquillità dipenderà ovviamente dall’abitudine del cane o del gatto a spostarsi con questo mezzo. Solitamente la soluzione migliore è abituare gradualmente il Pet all’automobile perché il viaggio diventi un’azione routinaria e non più uno stacco “violento” dalla quotidianità.

Chiaramente sarebbe idoneo abituare il cucciolo (già dai primi mesi), ma non è escluso un “training” anche per i cani o gatti più attempati, anche se sarà molto più lungo. I primi spostamenti dovranno essere brevi e poi via via più lunghi, ma soprattutto non forzare mai il cane o il gatto quando tentenna nell’entrare per la prima volta in auto: dovrà riconoscere spontaneamente l’auto come luogo sicuro e famigliare.

Nonostante queste premesse, non sempre risulta immediato l’effetto degli insegnamenti: alcuni soggetti rimangono riluttanti alla vista stessa dell’automobile, e spesso, i gatti, addirittura alla vista del trasportino. Nel periodo estivo, momento di maggiori spostamenti, questo risulta un problema tangibile per molti proprietari, che frequentemente devono ricorrere ad espedienti casalinghi o, in caso di ulteriore difficoltà, interpellare il proprio Veterinario di fiducia per risolvere la situazione.

Per il Veterinario la prescrizione di un ansiolitico, un tranquillante o un qualsiasi farmaco contro la cinetosi non è mai scevra di proeccupazioni.

Rimane sempre l’incertezza dell’effetto (anche collaterale) della propria prescrizione, dal momento che la somministrazione verrà verosimilmente effettuata dal proprietario prima della partenza e l’eventuale insorgenza di effetti avversi, sarebbe uno spiacevole e pericoloso inconveniente durante il viaggio.

Federico Scorza
Medico Veterinario

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